MAGIA DEL DESERTO: PERCHÉ INTERESSARSI AL SUOLO CRIPTOBIOTICO

Maggio 23, 2024


Categoria: Campeggio, Lifestyle all'Aperto, Sostenibilità, Trekking

Con un’estensione di oltre un decimo della superficie terrestre, le croste biologiche del suolo svolgono un ruolo cruciale nel mantenere la salute e la stabilità dei fragili ecosistemi desertici. Composte da una delicata rete di cianobatteri, licheni e muschi, queste strutture sono tra gli esseri viventi più antichi trovai sulla Terra, ma la loro stessa esistenza è minacciata. Mentre gli scienziati stanno appena iniziando a comprenderne l’importanza, i cambiamenti climatici e l’aumento del traffico turistico – soprattutto nei parchi nazionali più popolari come Moab o Joshua Tree – stanno mettendo a rischio le biocroste.

Gli affascinanti rossi, ocra e marroni dei paesaggi desertici sono in gran parte dovuti alle comunità di biocrosta che ne costituiscono la base. Grazie alla secrezione di una sostanza simile a una colla, chiamata esopolisaccaride, i cianobatteri si legano alla superficie del deserto, permettendole di diventare l’habitat di una vivace vita vegetale e animale. A causa delle estreme escursioni termiche tipiche del deserto, la frequente azione di congelamento e scongelamento fa sì che le biocroste formino piccole torri e piramidi che vengono poi colonizzate da comunità di muschi pelosi, licheni robusti e microfunghi.

Questo strato vivente e che respira, composto da organismi strettamente interconnessi, possiede un’incredibile capacità di trattenere l’umidità. Si mantiene dormiente quando è asciutta, ma riprende vita nel momento in cui la pioggia raggiunge la sua superficie. Inoltre, impedisce ai violenti acquazzoni del deserto di erodere il terreno. Le biocroste rallentano il deflusso dell’acqua e favoriscono la penetrazione dell’umidità vitale nelle parti più profonde del terreno, dove nutre le piante vascolari come erbe, fiori e cactus.

Oltre a legarsi alla superficie del deserto, i suoli criptobiotici svolgono un ruolo fondamentale nel prevenire le emissioni di polvere e le tempeste – un fenomeno che ha subito un drastico aumento negli ultimi anni. L’eccessiva emissione di polveri non solo deteriora la qualità dell’aria, ma accelera anche lo scioglimento dei ghiacciai e riduce i flussi fluviali, con un impatto sugli ecosistemi che va ben oltre gli aridi paesaggi desertici.

Anche dopo aver iniziato a studiare e comprendere l’importanza dei suoli criptobiotici, gli scienziati sono convinti di una cosa: nonostante la loro estrema resilienza agli sbalzi di temperatura, alla siccità prolungata e persino ai raggi UV, le biocroste sono, in realtà, molto fragili e facilmente alterabili dalle attività umane. Le escursioni fuori sentiero e il traffico di veicoli fanno crollare la struttura aerea del suolo criptobiotico, causando danni che richiedono anni per essere risanati. Inoltre, una volta compromesso, lo strato criptobiotico perde la sua capacità di trattenere l’acqua. In questo modo, non solo è vulnerabile a un’ulteriore erosione, ma non può nemmeno trasportare l’umidità e i nutrienti negli strati più profondi del suolo. Senza una comunità criptobiotica dinamica alla base, il deserto inizia a morire.

“Non distruggete la crosta” è un tormentone con il quale si invitano tutti i visitatori del deserto a prendere coscienza del complesso microcosmo che rischia di scomparire sotto i nostri piedi. Restare sui sentieri esistenti è di fondamentale importanza per proteggere le croste biologiche che tengono letteralmente insieme alcuni dei più bei paesaggi aridi degli Stati Uniti e del mondo.