È ora di agire: i ghiacciai e il ghiaccio marino si stanno sciogliendo

Agosto 18, 2023


Categoria: Patrocinio, Sostenibilità

Nell’Antartide il livello del ghiaccio marino è al minimo storico, ha annunciato il mese scorso il Climate Change Institute dell’Università del Maine. Sciogliendosi al ritmo più veloce da quando è iniziato il monitoraggio, solo quest’anno l’Antartide ha perso una quantità di ghiaccio marino di estensione equivalenti a quella dell’Argentina, vale a dire quasi un terzo dell’intera superficie degli Stati Uniti. In questo periodo dell’anno, gran parte del ghiaccio dovrebbe essersi già ricostruito, ma sembra che la perdita sia permanente e gli scienziati la definiscono “scioccante”.

A differenza dei ghiacciai, che si formano sulle zone montuose elevate, il ghiaccio marino si forma direttamente nell’acqua. Anche se questa perdita non contribuisce all’innalzamento globale del livello del mare, è comunque motivo di preoccupazione. In primo luogo, il ghiaccio marino aiuta a riflettere il calore del sole per prevenire il riscaldamento dell’oceano e, in secondo luogo, protegge il ghiaccio glaciale terrestre dall’erosione causata da onde e tempeste.

È tuttora oggetto di dibattito se i rapidi cambiamenti in Antartide siano interamente causati dall’attività umana, ma gli scienziati concordano sul fatto che le emissioni di gas serra intrappolano il calore e surriscaldano il pianeta, svolgendo un ruolo importante nell’accelerare il processo.

I ghiacciai di tutto il mondo stanno affrontando un declino altrettanto rapido, come si può notare più chiaramente dove la neve e il ghiaccio si stanno visibilmente ritirando. Situato sopra Chamonix, il ghiacciaio del Montenvers si sta sciogliendo a una velocità di circa 40 metri all’anno, come se si ritirasse dal calore indotto dall’uomo. Si stima che entro tre decenni il suo comprensorio sciabile scomparirà del tutto.

Nel frattempo, dopo il luglio più caldo mai registrato, le immagini della NASA hanno rivelato perdite sconcertanti nel ghiacciaio Frederikshåb in Groenlandia. L’estate crudelmente calda ha influito negativamente su vaste aree del pianeta per ogni dove: Phoenix, in Arizona, in particolare, ha registrato 31 giorni consecutivi di temperature che hanno toccato, e superato, i 38 gradi centigradi.

Non si può negare che lo strato di ghiaccio della Terra sta diminuendo da molti decenni né che le famose nevicate del Kilimangiaro siano ora inferiori dell’80% rispetto al 1912. Tuttavia non è il cambiamento in generale a preoccupare, bensì la sua recente accelerazione, sia a terra che in mare. Gli effetti del grande disgelo probabilmente non solo aumenteranno la frequenza di condizioni meteorologiche estreme, ma disturberanno anche i modelli meteorologici annuali in tutto il mondo.

Mentre gli scienziati sono alla ricerca di metodi alternativi per proteggere il ghiaccio glaciale, la riduzione delle emissioni di gas serra rimane il modo più sicuro per rallentare il riscaldamento globale in modo da poter salvaguardare molto più del solo ghiaccio.

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